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mercoledì 4 dicembre 2013

Apolokia - "Kathaarian Vortex"

Full-lenght, My Kingdom Music, 2013


Dopo una pausa (forzata) mi accingo a recensire “Kathaarian Vortex”, primo Full-lenght degli Apolokia, una band che può vantare un lontano esordio a metà dei Novanta (gli anni d'oro del Black Metal). Tralasciando le polemiche da sempre legate a questo duo, senza dubbio uno dei più odiati di tutto l'underground italico, mi sono avvicinato speranzoso e con vivo interesse a questo album. Le premesse per qualcosa che si avvicinasse ai miei gusti c'erano tutte: BM della prima ondata, di quello primigenio, carico di odio e misantropia, all'insegna del rifiuto di ogni contaminazione “moderna”.


Schiacciando “play”, però, sono rimasto stupito dal risultato. Potrei dirvi che, a livello di sound per lo meno, il Full-lenght in questione si avvicina ai lavori dei primi Immortal, quelli di “Pure Holocaust” e “Battles In The North” in primis, anche se dovete prendere questo giudizio con le pinze. Le affinità, infatti, sono del tutto superficiali (forte è l'eco del riffing di Demonaz, con le inconfondibili chitarre “zanzarose”). Tuttavia, la prima cosa che mi è venuta in mente dopo un ascolto più attento e approfondito, è il noto proverbio popolare “il troppo stroppia”. Gli Apolokia, a mio parere, estremizzano eccessivamente le tipiche caratteristiche di un album Black Metal, con l'effetto di non apparire realmente “True, Frost & Evil”, ma totalmente finti ed artefatti. Il vero e proprio “tsunami” costituito da “Kathaarian Vortex” è tenuto in piedi da una drum-machine veramente fastidiosa, troppo finta e sparata a mille per quasi tutta la durata del platter e da un indecifrabile riffing altrettanto furioso; poche le variazioni sul tema, costituite essenzialmente dagli interessanti vocalizzi  quasi “recitati” di Lord Verminaard, tanto da risultare modestamente evocativi (vedi "Order of the Nine" e "Pure Imperial Darkness MMXII"). La produzione, ovviamente ai minimi storici, potrebbe anche risultare “accettabile” data la generale monotematicità delle tracce: il vero problema è la noia intrinseca che l'ascolto di questo macigno sonoro provoca, e la fastidiosa sensazione di aver sì ascoltato qualcosa di grezzo e primordiale, ma solo perché frutto di un lavoro in fase di produzione e registrazione, artificiosamente diretto a questo fine (vogliamo parlare degli improvvisi e inaspettati stacchi tra una canzone e l'altra? Meglio di no). Tutto il contrario della musica genuina che mi aspettavo di ascoltare.

Fondamentalmente deluso, mi auguro in futuro di trovarmi di fronte ad un nuovo lavoro all'altezza della quasi ventennale carriera della formazione.

Recensione a cura di: Nuclear Katharsis
Voto: 50/100

Tracklist:

1.Consolamentum 01:54
2.Post Kristus Daemonolatry 05:40
3.In Figuram Baphometis 04:10
4.Order of the Nine 06:13
5.Malignant Asphyxiation 04:21
6.Kathaarian Vortex 06:31
7.Signum Satani 05:55
8.Coil of Nihilism 03:10
9.Pure Imperial Darkness MMXII 03:32
 
Durata 41:26

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