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giovedì 18 dicembre 2014

Frostagrath - “Extinguishing The Flame Of Life”

Full-lenght, Rigorism Productions, 2013


Già avete avuto modo di leggere qui sulle pagine di Nocturnal Poisoning approposito dell’esordio di Frostagrath, controversa band egiziana dedita ad un Depressive senza compromessi attiva dal 2011. Purtroppo, evendo lasciato ad un mio collega il piacere di recensire “A Journey Of Infinite Sorrow”, in passato non ho potuto quindi esprimere le mie opinioni sull’artista in questione: per ovviare a questa mia mancanza, lo farò adesso, in sede di recensione del secondo Full-lenght.

E’ doveroso però che io vi spieghi il mio punto di vista riguardo il Depressive Black Metal, sottogenere ampiamente criticato durante gli scorsi dieci anni a causa del crescente numero di realtà che ultimamente si sono dedicate ad esso, quasi trasformandolo in una vera e propria moda del momento. Devo essere sincero e dire che, a metà anni 2000, io ero entusiasta di questa specie di “movimento”, sia musicalmente parlando, sia per quanto riguarda l’aspetto legato agli ideali da esso portati avanti, perché per come la vedo io l’ideale Black Metal tende, tra molte altre cose, anche all’autodistruzione della condizione umana oltre che alla sua distruzione (e, chiaramente, con l’avvento della prima si autoavvererebbe anche la seconda). In quegli anni, ho ascoltato letteralmente centinaia di progetti DSBM nascenti, e molti mi entusiasmarono molto; ma, naturalmente, tra questa massa di nuovi artisti, la stragrande maggioranza creava musica dozzinale e fine a se stessa, mettendo insieme qualche accordo e ripetendolo all’infinito per interi brani da oltre dieci minuti l’uno. Io continuai a ricercare del buono in tutto questo, fin quando non feci indigestione di una scena ormai saturata di ragazzini che, non sapendo suonare, improvvisavano qualche riff scadente per poter così parlare della loro ragazza che li aveva lasciati. Rimasi quindi molto deluso da tutto questo, e mi concentrai su altro. Ogni tanto, però, torno ad ascoltare coloro che suonando DSBM suscitano più clamore nella scena mondiale, ed è proprio così che mi sono imbattuto in Frostagrath: lo conobbi subito prima che Lord Mist (unico membro di questo progetto) inviasse qui in redazione il suo disco d’esordio, e mi colpì immediatamente. Nonostante questo suo esordio non mi piacque esageratamente, notai subito che c’era qualcosa di diverso nella musica contenuta in esso, un qualcosa in più rispetto allo standard scadente a cui mi aveva abituato il DSBM, qualcosa che solo pochi altri avevano, come il per me indiscusso maestro del genere Trist, gli Abyssic Hate di “Suicidal Emotions” oppure i poco conosciuti finlandesi Fornicatus di “Omnium Animalis Terminus”. Certo, il sound di Frostagrath è molto più pulito rispetto ai nomi dei dischi citati, il mio discorso è volto ad inquadrarne la qualità: quest’ultima, con il secondo “Exstinguishing The Flame Of Life”, è cresciuta a dismisura. Questo disco, infatti, non è più confusionario come il precedente, dall’azzeccatissimo mood ma senza capo ne coda: qui dentro ci sono un sacco di idee grandiose, i pezzi sono curati e molto evocativi mentre l’esecuzione è migliorata molto (basta sentire il cantato per accorgersene). Le lyrics trattano dei soliti problemi esistenziali, dilemmi quali scegliere una vita di tormenti o la pace della morte ed anche il disprezzo verso l’infame condizione umana, ma almeno non si leggono in nessuna di esse frasi come “please, don’t go” o altri mielosi versi dedicati all’amore perduto: per me, questo è già molto. Segnalo sicuramente come highlights l’iniziale “A Gate of Inner Hate” e la successiva “Drowning in a Maze of Mirrors”, ma soprattutto “Existence”, il migliore del lotto, brano in grado di buttarti giù, se ascoltato al momento giusto. C’è anche un’ottima cover a Xasthur in chiusura (erroneamente etichettato come progetto Depressive), nonostante essa non fosse inclusa nel Promo che ci è stato inviato.

Amanti del Depressive di qualità, mi rivolgo a voi: sicuramente “Exstinguishing The Flame Of Life” vi piacerà. Io, come voi, per seguire questo sottogenere ho dovuto imparare a filtrare pesantemente gli ascolti, ma ora sono sicuro di sapermi districare abbastanza agilmente nell’enorme matassa costituita dalle centinaia di band DSBM e vi posso assicurare che questo lavoro vale certamente anche più di un ascolto, ma ovviamente non è per tutti. Concludo dicendo che pochi giorni fa è arrivato in redazione l’esordio degli Hateful Desolation, progetto internazionale capitanato appunto da Lord Mist e da un italiano, Gray Ravenmoon: sono veramente curioso di ascoltare cosa ne è uscito fuori. Quindi continuate a seguirci, se l’argomento vi interessa.

Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 80/100


Tracklist:

01.A Gate of Inner Hate 08:28
02.Drowning in a Maze of Mirrors 05:52
03.Questioning a Disharmonic Existence 06:52
04.Existence 08:25
05.Extinguishing the Flame of Life 10:21
06.Escape:Farewell Life! 04:25
07.And Finally, the Death Caverns Will Carry Out My Soul (Remastered) 16:16
08.The Prison of Mirrors (Xasthur cover) 08:08

Durata 01:08:47

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