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- Lo Staff di Nocturnal Poisoning.

lunedì 28 maggio 2012

INTERVISTA: Vita Odiosa

Quest'oggi vi proponiamo una nuova intervista alla mente del progetto Vita Odiosa. Qualche settimana fa abbiamo recensito qui su Nocturnal Poisoning l'ultima interessante Demo di questa one-man band napoletana, chiamata "Giorni Felici". Leggete di seguito per conoscere un po' meglio questo promettente artista, Dolore...


1.In primo luogo mi piacerebbe sapere quando e perché hai deciso di dar vita al tuo progetto solista Vita Odiosa.

Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso di dare origine a questo progetto. Semplicemente è successo che alcuni riffs che avevo composto intorno al 2009 non si adattassero ai Gort, il mio gruppo principale. Col passare del tempo i riffs hanno assunto l’aspetto di veri e propri brani. A quel punto ho preso la decisione di provare a mettere su un progetto altro rispetto alla mia band madre. Questo è successo intorno all’inizio del 2010. Da quando ho dato vita a questa nuova creatura, ho iniziato a imparare qualcosa di programmazione di batteria, prima, e di missaggio e mastering, dopo. Fin dall’inizio, infatti, sia per lo stile intrapreso che per la natura personale delle tematiche, mi è stato subito chiaro che Vita Odiosa sarebbe stata una one-man band, in cui mi sarei occupato di tutti gli aspetti. Da allora ho pubblicato tre Demo (“Viale Del Tramonto”, “Cogito Ergo Crucior” e “Giorni Felici”) e uno Split insieme a Gemini, in cui compare un mio solo brano, estratto da “Cogito Ergo Crucior”.

2.Passare dall’occuparsi di un solo strumento ad avere il pieno controllo della situazione ti ha creato qualche problema di “adattamento”?

Me ne ha creati non pochi, a dire il vero. Intanto, la prima difficoltà è stata imparare a programmare la batteria. Col tempo c’ho preso la mano, ma all’inizio è stata veramente una cosa complicata. Il secondo problema è venuto dalla registrazione della voce, soprattutto sul primo Demo. Abitando in un condominio e registrando tutto in casa, ho registrato a voce troppo bassa e messo gli effetti dopo. Solo che questo ha reso complicata la gestione della voce in fase di missaggio, col risultato che questa copre tutti gli strumenti, quando c’è. Ed infatti questa è stata la critica principale che mi è stata mossa, in sede di recensione di “Viale Del Tramonto”. Per il secondo Demo ho deciso di fregarmene e di registrare in screaming, correndo il rischio di beccarmi una denuncia. Fortunatamente nessuno ha rotto le palle… del resto, tenuto conto dello schifo che sentono loro… Ulteriore difficoltà è venuta dal missaggio, di cui ero completamente all’oscuro. Però mi sono messo con attenzione e dedizione a curare anche questo aspetto, leggendo forum e guardando video tutorial. Non è stata una cosa facile, ma alla fine credo di aver ottenuto dei buoni risultati, col passare dei lavori. Ovviamente non sono ai livelli dei professionisti, ma non mi interessa neanche esserlo. Quello che faccio lo faccio per me e il risultato mi soddisfa. Con questo non voglio dire che non ci siano margini di miglioramento, anzi... dico solo che sono soddisfatto di quanto fatto finora, anche degli sbagli sul primo demo. Mi è stato consigliato di riregistrare “Viale…” ma non lo farò. Non avrebbe senso, a mio avviso. Proprio gli sbagli presenti in quel lavoro mi hanno spinto a migliorare e a far si che la release seguente fosse apprezzata dalla critica.

3.Spesso il Depressive non è preso sul serio, per ovvi e conclamati motivi. Cosa reputi che trasformi un disco di tale genere in una seria rappresentazione della sofferenza interiore?

In effetti spesso questo genere, così come il Suicidal, viene spesso deriso. Non so cosa renda un disco una rappresentazione della sofferenza. Probabilmente la capacità dell’artista nel riuscire a trasmettere il suo malessere attraverso la musica, cosa non facilissima. Creare dei riffs sofferti è facile, tutto sommato... il difficile è far si che questi non siano fini a sé stessi. Prendi gli Shining: coi primi dischi riuscivano a trasmettere un senso di malessere che negli ultimi dischi non c’è più. Eppure continuano ad essere inclusi nel Depressive. Un disco di questo genere deve riuscire a muovere qualcosa nell’animo di chi lo ascolta. Se questo non accade, quel disco non avrà raggiunto il proprio scopo.

4.Ho particolarmente apprezzato il tuo ultimo demo “Giorni Felici” che mi ha rammentato atmosfere le quali pensavo fossero appannaggio solo dei grandi maestri tedesci (Wedard, Wygrid etc…). Come si sono svolte le fasi di realizzazione e composizione di questa notevole uscita? E’ una tua scelta la via dell’autoproduzione?

Innanzitutto grazie delle belle parole. Come si sono svolte le fasi, chiedi? Come qualunque altra registrazione: sono partito dalla composizione dei brani con la chitarra... brani magari già composti all’epoca di “Cogito…” o composti ex novo. Alcuni sono stati scartati perché non mi convincevano fino in fondo (ma tornerò a lavorarci). Una volta composti, sono passato alla programmazione della batteria e poi alla registrazione di tutti gli altri strumenti. Fatto ciò, ho pensato al missaggio. Ciò che mi ha portato via parecchio tempo è stata la realizzazione del libretto. Nei primi due lavori mi ero limitato solo a scurire delle immagini. Qui c’ho lavorato con molta più cura, aggiungendo dettagli alle foto, rendendole anche abbastanza diverse rispetto all’originale... Le immagini, fin dalla copertina, dovevano essere una rappresentazione visiva di ciò che la musica voleva trasmettere. La casa fatiscente in copertina e le stanze rovinate all’interno del libretto sono una metafora del malessere che accompagna la mia anima. L’autoproduzione, così come il non avvalermi di nessun altro musicista, è stata una mia scelta fin dall’inizio. Altri musicisti avrebbero voluto, giustamente, dire la loro sui pezzi... lo stesso avrebbe fatto un fonico professionista. E questo io non lo volevo né avrei potuto accettarlo. Vita Odiosa rappresenta la parte più intima di me e solo io posso sapere cosa voglio esprimere e come.


5.Dando un’occhiata al mondo si nota come sia l’Australia, sia la zona americana siano in pieno fermento, portando gruppi anche a ribalte ben frequentate. Penso al travolgente fenomeno degli Agalloch, o alla buona risposta della critica al momento dell’apparizione sul mercato dei Midnight Odyssey. Perché a tuo parere in Italia il movimento, nonostante vi siano esempi ottimi, stenta ad essere considerato?

Le ragioni sono molteplici, ma tutte ascrivibili ad un fenomeno tipicamente italiano: esterofilia. Da sempre, purtroppo, in Italia si è sempre guardato all’estero come una sorta di terra promessa, senza dare supporto a tutta una serie di gruppi che invece possono rompere tranquillamente il culo a un bel po’ di bands straniere. E non solo in ambito Black, ma in tutti i campi. Un esempio che esula dal Depressive è quello dei Fleshgod Apocalypse: sono sotto contratto per Nuclear Blast, sono in tour mondiale e in Italia li considerano pochissimo... in ambito Black, mi vengono in mente i Necrodeath degli inizi: considerati tantissimo all’estero ma praticamente ignorati in Italia. E lo stesso discorso vale per tanti altri gruppi… stando nella scena dal ’94, posso però dire che le cose sono decisamente cambiate rispetto a quel periodo. Ma la tendenza a guardare solo a ciò che viene da fuori casa è ancora forte.

6.Questa è una domanda che rivolgo sempre: saresti così gentile da individuare per noi tre o più nomi che a tua opinione hanno davanti a sé un futuro roseo o comunque un orizzonte qualitativo degno d’essere approfondito?

E’ una domanda difficile a cui rispondere, perché di gruppi validi ce ne sono veramente tantissimi. A livello italiano, i primi che mi vengono in mente sono: Umbra Noctis (il loro ultimo lavoro è davvero notevole), i Movimento D’Avanguardia Ermetico, Permixtio, Misere Nobis.. e, anche se ormai non esiste più, Mortiis Daemonium. A livello estero, invece, citerei gli Aisuragua, i Kanashimi e i Caedes Cruenta… ma questi sono solo i primi che mi sono venuti in mente... l’elenco sarebbe veramente lunghissimo.

7.I tuoi dischi hanno sempre una durata che potrei definire senza fallo importante: non hai il timore che gli ascoltatori facciano fatica a raggiungere il termine dell’opera senza saltare qualche passaggio? (te lo chiedo perché leggo spesso commenti discordanti sul “fattore tempo”).

Hai ragione, tutti i miei lavori hanno una durata considerevole. Ma chi è avvezzo a certe sonorità, non si lascerà certo intimorire da un brano che dura intorno ai 20 minuti. Anche perché credo che i miei brani, per quanto lunghi, tendano a non essere statici. In ogni caso, non decido a priori che un brano deve durare tanto. Semplicemente, io prendo la chitarra e suono..se una canzone viene lunga ma mi convince, io la lascio così. Significa che avevo bisogno di quel tempo per esperimere ciò che avevo dentro.

8.Pur essendo un’intervista rivolta a te solo, sarebbe interessante se tu potessi delinearci i tuoi progetti futuri anche dell’altra tua band, i Gort. E’ un po’ di tempo che non pubblicate nulla, dopo l’eccellente Split con gli Umbra Noctis.

Coi Gort abbiamo registrato il secondo disco e proprio in settimana dovremmo finalmente avere il Master. Non sappiamo ancora con chi uscirà, però… l’idea era di farlo uscire di nuovo su The Oath, ma prima dell’anno prossimo non sarebbe possibile. Per cui ci guarderemo un po’ in giro. Ci teniamo a farlo uscire quest’anno perché il 2012 segna i primi dieci anni di attività dei Gort. E non escludiamo di far uscire anche qualcosa per celebrare l’evento. Come Vita Odiosa, invece, prossimamente uscirà uno Split con Solitude Project, ma non ti so dire ancora quando. Ho anche in mente un altro paio di progetti musicali, uno Ambient tastieristico, un altro Pagan, con cui vorrei mettere in musica l’intera Eneide, verso per verso…

9.Da dove trai l’ispirazione per scrivere i tuoi pezzi? Dalle emozioni quotidiane, da esperienze personali, oppure da accadimenti di carattere “universale”?

Direi che tutto ciò che accade intorno a me può essere fonte di ispirazione, così come possono esserlo alcune letture o alcuni luoghi... quando prendo la chitarra mi isolo da tutto ciò che mi circonda in quel momento e vado a ripescare quelle sensazioni che si annidano nel profondo della mia anima... più difficile è la composizione dei testi, in quanto non sempre è facile mettere per iscritto le mie emozioni, soprattutto quelle più intime e negative...

10.Di frequente il Black Metal viene tacciato di satanismo, istigazione alla violenza ed altre amenità di tal fatta. Io credo che vi sia una sorta di pregiudizio alla base dietro a queste affermazioni. Qual è il tuo pensiero da musicista che partecipa alla “scena”?

Non solo il Black, ma tutto il Metal viene spesso associato al satanismo. E a ben vedere, spesso le sette sataniche venute alla ribalta negli anni avevano il Metal, soprattutto Black e Death, tra i loro ascolti. Questo basta alle persone a fare di tutta l’erba un fascio... è vero che spesso il Black è di stampo satanista, ma bisogna sempre vedere quanto di vero e sentito ci sia nelle parole dei gruppi che si dichiarano tali. In ogni caso, non è certo la musica a mettere un coltello o una pistola in mano alle persone. Altrimenti non si spiegherebbero, che so, gli omicidi di Erika e Omar, i cui ascolti erano lontani anni luce dal Metal, eppure hanno sterminato le loro famiglie. Chi se ne va in giro ad ammazzare la gente semplicemente non sta bene con la testa, punto. La musica e i testi sono un conto, andare in giro ad ammazzare persone è un altro… purtroppo, però, è più facile accusare un determinato genere musicale (o filmico, nel caso degli Horror, accusati delle stesse cose), piuttosto che interrogarsi perché una persona arrivi a fare certe cose… e poi, non dimentichiamoci, che se il Black tacciato di satanismo ha fatto ammazzare qualcuno, il cristianesimo di vittime ne ha fatte molte di più... e continua a farne… per cui, chi accusa un genere musicale, farebbe bene a guardare prima a quello che fa la propria religione…

11.Com’è l’artista Dolore al di fuori dei Vita Odiosa?

Sono una persona normale, alla ricerca di un lavoro un po’ più gratificante di quello attuale, che ascolta musica, legge, va a concerti ogni volta che può… insomma, uno come tanti, con una vita normale ma con un profondo malessere interiore che mi accompagna da sempre.

Grazie dell’intervista e della possibilità di aver fatto conoscere un po’ di più Vita Odiosa.

Intervista a cura di: Thanatos

http://www.myspace.com/vitaodiosa